ALBERI PRIVATI BENE COMUNE?

GOAL 11: Città sostenibili (11.4: Rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo)

A cura di Carla Urban

Pedalando per Schio mi son posta domande: Schio ha un suo regolamento per il verde pubblico? La tipologia del verde dà identità alla nostra città? Sono censite  le piante su terreno privato, visibili dall’esterno? Esistono norme per il verde privato? Chi possiede alberi belli ed importanti per la storia della città ha la libertà di tagliarli, senza un valido motivo di sicurezza? 

Qualche chiarimento è emerso parlando col dr. Giorgio Cocco, professionista, docente, botanico, conoscitore della nostra città e delle sue regole di gestione del verde. Dalla conversazione con lui sono emersi alcuni punti da divulgare.

Un regolamento ufficiale del verde pubblico per una parte di Schio c’è, consultabile presso l’ufficio ambiente comunale. Le norme sono applicate nelle operazioni di sfalcio e cura del verde, su suolo pubblico. Esiste un censimento delle piante di importanza rilevante, anche storica.

Non tutte le città hanno un regolamento del genere. Anni fa si guardò ad esempi virtuosi di grandi città,  dove la gestione di parchi giardini e viali è soggetta a norme ben precise, utili alla tutela ambientale in città, per il bene comune.

Per la zona del centro storico di Schio si adottò quindi un regolamento comunale, che tutt’ora viene applicato sulla parte di verde pubblico censita. Mentre non esiste un censimento delle piante di pregio in centro storico su suolo privato, e non è facile da attuare.

Attualmente il tema non è stato mai approfondito, per le notevoli complicazioni che potrebbero nascere, richiedendo un’osservazione attenta su patrimoni privati e relativi diritti. Invece, nelle situazioni critiche bisognerebbe dare indicazioni precise sulla tutela culturale del verde, utili ai proprietari di piante “godibili” dall’esterno.

Esistono nei regolamenti comunali norme pratiche, obbligatorie. Per esempio, se si vuole  tagliare in una proprietà recintata un albero importante per  rarità o storicità, ben visibile nel paesaggio, bisogna chiedere la relazione di un tecnico che valuti se la pianta è malata, da abbattere. Oppure: esiste una norma che stabilisce la misura del diametro  oltre la quale la pianta necessita dell’intervento del consulente, che farà poi la relazione, per definire come agire per la tutela dell’esemplare in questione e dell’ambiente limitrofo.

Sono necessarie competenze specifiche per riconoscere il valore e lo stato di salute della pianta che il privato vuole abbattere. Il consulente farà una relazione prima di consentire l’abbattimento, anche dopo valutazione di stabilità.

La sensibilità verso un bene privato ambientale, di valore storico e paesaggistico è un fatto culturale. Nelle nazioni del nord-Europa non esistono difficoltà a considerare il verde privato come bene da tutelare in quanto godibile da tutti.

Il campanile di San Francesco e gli alberi in centro

In Svezia tutti ragionano nello stesso modo riguardo alla tutela del verde privato, e del suo valore pubblico…Anche in qualche nostra città, come Firenze, si percepisce una attenzione diffusa da parte di tutti nell’orgoglio di preservare  il proprio verde a vantaggio di un Bene Comune. Il giardino di BOBOLI  si vede che è trattato con grande sensibilità, anche dai frequentatori”, racconta il dr. Cocco.

Il codice civile impone alcuni obblighi ai privati, come le distanze di alberi e arbusti dalla recinzione. Consente di richiedere il taglio delle radici di un albero da frutto del vicino, nel caso vada a impoverire il proprio terreno di nutrimento, a svantaggio di alberi produttivi.

È un esempio poco attuale, rispetto a 50 anni fa, quando tanti alberi da frutto era presenti intorno a casa… Ora si verificano altri tipi di problemi, come quello delle potature di specie che crescono in modo sconveniente, essendo non adatte a vegetare in quel posto. Anche nel piantare nuovi alberi a scopo ornamentale bisognerebbe scegliere piante in armonia col clima locale, e con la composizione dei nostri terreni.

La situazione è talmente cambiata che applicare norme molto datate potrebbe attivare grossi malumori, se non vere e proprie baruffe tra privati.

Servirebbe un passo culturale importante:  portare a conoscenza dei privati norme generiche valide per tutti, ma attualizzate, secondo la situazione climatica e botanica che troviamo oggi, per fare chiarezza e facilitare la gestione privata del verde, dando anche utili dritte, nel rispetto della storia della città.

La cosa più importante sarebbe coinvolgere i giovani, oltre che i bambini della scuola primaria già partecipi di iniziative per conoscere ed amare gli alberi, i fiori…Se anche i ragazzi delle superiori fossero parte di un progetto di conoscenza e valorizzazione del verde pubblico e privato, si farebbe un passo avanti per la sensibilizzazione collettiva al tema del paesaggio urbano.

E quello di Schio ha un’identità forte:  specie rare e maestose di oggi sono memoria di antiche ricchezze, coetanee di altre tracce civili di archeologia industriale, come certe magnifiche cancellate dei giardini.

Il verde cittadino è bene culturale.

Nei quartieri si potrebbero fare visite guidate al riconoscimento del patrimonio arboreo, non solo pubblico, investendo risorse pubbliche. Qualcosa sta migliorando, a livello di finanziamenti sui giardini storici. La sensibilità è in aumento, ma chi governa segue norme, senza puntare ad un orgoglio di bellezza ambientale condivisibile.

Per il patrimonio del verde privato, una sensibilità culturale nell’amministrare potrebbe creare una normativa apposita, che regolasse la gestione delle aree recintate, anche con incentivi, per tutelare le piante, per rendere tutti i cittadini motivati e autori della qualificazione del paesaggio urbano, nel suo insieme.

Bisogna infondere cultura: Investire sui giovani, con progetti che diffondano conoscenza sul tema, appassionandoli” auspica salutandomi il dr. Giorgio Cocco.

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